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Nathalie Jean-Louis

Immagine del redattore: Fabio RoccaFabio Rocca



L'artista visiva svizzera Nathalie Jean-Louis ha iniziato la sua formazione artistica aderendo all'Acadèmie de Meuron nel 1996, sotto la direzione di Gèrald Comtesse. Segue gli insegnamenti dei pittori Domenico Sorenti e Pauline Liniger e dello scultore Catherine Lauer-Wicky. Dopo 3 anni di studio, ottiene con successo il Diploma di Belle Arti dall'Accademia di Meuron. Nathalie Jean-Louis è un'artista multidisciplinare: dalla pittura alla decorazione del movimento di orologeria, esplora un universo ampio e ricco. Lavorando su tela e su carta, olio o acquerello, si concentra tuttavia negli ultimi anni su una serie che combina inchiostro e acquerello. La profondità  e l'intensità  del nero accoppiato con la vitalità dei suoi toni colorati rivelano paesaggi astratti, come mosaici non strutturati e zebrati. Un mondo dove la luce è diffranta e dove il vero si trova sostituito delicatamente dal sensibile. Nei suoi dipinti germinano mondi naturali, dove predominano acqua e vegetazione. Queste nature ricomposte sono trasposizioni di sensazioni, ricordi, impressioni, che si intrecciano per formare una composizione dinamica e labirintica. Nathalie Jean-Louis gioca molto con forme e trame, lasciando una grande libertà  al gesto. Sui suoi quadri sono sparsi piumini spessi che ricordano i lago, vigneti e prati fioriti, che in realtà  sono una giustapposizione di flash visivi depositati nella memoria e l'artista ha rimbalzo nella carta. Un intreccio di impressioni sensoriali. Il dipinto di Nathalie Jean-Louis - e quest'ultima serie in particolare - rivela una grande forza, ma anche una fragilità  palpabile, contribuendo a disegnare il mistero che afferra lo spettatore. Forme e colori vibranti, si ispira all'arte del vetro colorato per trasmettere con forza questi contrasti e la dolcezza che caratterizza la sua immaginazione. Sviluppa un dipinto in cui le curve colorate si fondono nell'oscurità  tracciata con inchiostro indiano. Filamenti di zebre, ombre abbaglianti, forme distese ballano e giocano insieme, alleandosi e respingendosi a vicenda. Tutta la sua arte è una canzone che incanta e brancola, cercando sponde dove appendere, orizzonti da svelare.

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