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Immagine del redattoreFabio Rocca

GENIALITÀ ASTRATTA: Ivano Chiavarino

Ivano Chiavarino



L’arte di Ivano Chiavarino ha del geniale, riprendendo qui l’etimologia del termine “genio”: dal latino genius, sostantivo derivante dal verbo geno, che sta per “generare”, “creare” – tramite quella “naturale forza produttrice” – opere di elevata valenza artistica. Il tutto, realizzato con

un’estrema semplicità, leggerezza, poiché inclinazione spontanea capace di lasciar scorrere su tela, carta o altro tipo di supporto, il flusso di espressività di volta in volta portato alla luce.

Nella sua “Critica del Giudizio”, il filosofo Immanuel Kant scriveva che “il genio è la disposizione innata dell'animo (ingenium), mediante la quale la natura dà la regola all'arte”. Da questo punto di vista, nella numerosa produzione di Chiavarino possiamo ammirare il senso più sublime della vita: la gioia, l’emotività, quel briciolo di follia che non scade mai nell’esagerazione o nel già-detto.



Perché se è vero che tutto è ormai stato sperimentato, raccontato, dipinto, ciò non toglie che rimane il peso di quelle sfumature di linguaggio in grado di aprire una breccia alla differenza: ove istinto e riflessione si compenetrano simultaneamente, nell’avvicendevole lettura dell’opera.

A volte, a Chiavarino bastano pochi segni, per esprimere una composizione compiuta. Pennellate, schizzi, cerchi colorati, sembrano vivificare qualunque materiale da lui scelto: una tela, pannelli per carpenteria, elementi da imballaggio. In questo, sta il potere di un artista-demiurgo, spinto a creare con qualsiasi supporto si trovi ad avere a disposizione; scorgendovi già a monte, tutta la forza del processo.

I suoi quadri risultano spesso materici, con inserti e colore in rilievo. Per certi versi, alcuni lavori richiamano la padronanza di Schifano, con pennellate sicure, colme di colore. In altri, prevale l’eco di un espressionismo astratto americano, ricco di filamenti inscritti e sgocciolature. Di certo, si può notare una continua evoluzione nella visione dell’artista, sempre aperto alla sperimentazione, all’inventiva, all’utilizzo di materiali di riciclo; come se il suo ultimo compito fosse quello di restituire bellezza al mondo, ritoccandolo di colore nei suoi elementi meno in vista. Ed ecco il prendere vita di un vecchio foglio di giornale, o una nuova resurrezione per una cornice che era già stata buttata via, entro il gioco di una pittura astratta capace di inventare e re-inventare: senza che mai un’opera risulti essere uguale all’altra.



Tutta la produzione di Chiavarino si gioca sul ruolo fondamentale della luce, quale elemento di brillantezza del colore e – metaforicamente intesa – essenza luminosa di cammino. Da condividere giorno per giorno attraverso un’arte capace di mettere in gioco sorrisi, speranze, pensieri, storie ed esperienze che, umanamente, ci limitiamo a chiamare Vita.

Dott.ssa Chiara Pradella



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