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Immagine del redattoreFabio Rocca

MAURIZIO CAMPITELLI


BUENO SAIRES

Nato a Roma, docente di Matematica e Fisica cresce artisticamente vicino al padre quando egli dipinge con i pittori Giannini ed Adamo.

Continua la sua maturazione artistica frequentando vari laboratori di pittura e disegno.

Lavora su modelle nello studio Arte-Progetto-Idea luogo in cui si cerca di ricreare l'ambiente del laboratorio e dell'antica bottega, dove i segreti dell'Arte si svelano, si esplorano, si moltiplicano.

Dal 1999 si reca assiduamente a Parigi: " Parigi è una città creativa che stimola sempre un'idea, la voglia di comprendere e di inse in una nuova cultura."

A Parigi frequenta gli ateliers di Canal S. Martin,di Rue Daguerre, luoghi magici adibiti a Collettivo per Artisti.

La sua pittura è profondamente legata alla tradizione espressionistica nord europea attraverso luci, colori, ricordi, immagini, stati d'animo, in equilibrio fragile e la quotidianità vissuta con intimità e poesia.

"Il lavoro, la ricerca, lo studio, sonn queste le strade da percorrere crescere. Tutta la passione che sr mette nella pittura fa aumentare la voglia di migliorare e continuare.



ESPOSIZIONE

*ASTRAZIONE E GEOMETRIA LIRICA*


In uno stile ambiguamente semplificato, dall'apparenza astratta e nel contempo figurativa, l'artista testimonia l'espressione di un lirismo accuratamente trattenuto e identifica un nuovo terreno tra questi due poli, enfatizzando ora 'uno ora l'altro. I paesaggi urbani, come luoghi misteriosi o anche luoghi non luoghi, suscitano sensazioni stranianti. L'iconografia, spiazzante propone l'inatteso con accostamenti fuori dall'ordinario. La luce permea le scene che, anche nella loro iterazione più astratta, evocano sensazioni di luoghi in divenire. La riduzione dello spazio a superficie piana, associata a linee e forme dai contorni netti, caratterizza questa serie di dipinti, che nonostante l'apparente astrazione, nascono da impressioni suscitate dall'architettura dei luoghi e dall'enfasi sulla bidimensionalità del supporto. Gli strati di colori sottili e quasi graffianti, eppure chiari e cristallini, con il loro senso della luce e della forma, segnano l'apice della ricerca formale e cromatica, con il risultato che è al tempo stesso sensuale e permeato di una

serenità classica.

In questo percorso sottrattivo le immagini si fanno sempre più essenziali, ne nasce una tessitura su uno sfondo magnetico, sulle quali si posa una pittura in cui le forme si stagliano nella loro nascosta struttura di profondo sostrato architettonico che rievoca l'illusionismo prospettico rinascimentale nonostante le immagini risultano senza modellato né chiaroscuro. Così gli oggetti possono essere letti, come forme ritagliate da aitre superfici piane, spostate, stratificate, incollate; infatti appaiono come oggetti che non proiettano ombre accanto a sè o dietro di sé. Le superfici, simulate con i colori sono allusioni che occupano lo "spazio del senso tattile", quello spazio delle atmosfere sospese, rarefatte -attimi e momenti di attesa - dove il tempo e gli eventi sembrano sospesi tra gli oggetti e gli spettatori per proporre all'umano sentire, 'interrogativo del "pas encore vu".

(Primavera 2020, Docente di Storia Dell'Arte, Livia Compagnoni )


LOFT

"LOFT"

Opera di Maurizio Campitelli, artista che traduce letteralmente la realtà, dove le dimensioni, il colore, il trattamento oggettuale delle figure, fanno sì che si possa parlare di una qualità inquietante insita nella pittura, accurata, dettagliata e realizzata con particolari variazioni, molto sottili, all'apparenza anonime e distaccate, che comunicano una individualità particolarmente attenta ai temi del quotidiano.

Alle tematiche culturali e sociali dell'oggi viene data espressione e ampio ventaglio di possibilità, come la volgarità del consumismo e l'esagerazione di alcuni aspetti che richiamano l'attenzione su qualcosa in particolare: superfici, effetti di luce, colori, sono più marcati e nitidi che nelle opere di riferimento o nel soggetto stesso. Lo stile e il punto di vista tecnico, sviluppato dal fotorealismo e dalle immagini ad alta risoluzione prodotte dalle fotocamere digitali, pone in primo piano le teorie sull'incapacità del contemporaneo di distinguere la realtà dalla finzione, interrogandosi su che cosa di fatto sia"reale" in un mondo nel quale eventi ed esperienze possono essere plasmati da molteplici mezzi.

Nella pittura dell'artista, gli elementi preminenti emergono inattesi: le grandi travi rosse dell'interno del "Loft" sono così inquietanti per le dimensioni fuori dall'ordinario e gli accostamenti incredibilmente realistici per le dimensioni fuori scala, impongono agli osservatori di rivalutare ciò che guardano per ripensare al proprio atteggiamento. Il soggetto è un mezzo distinto attraverso il quale, i fruitori dell'opera, possono comunicare con il "reale" attraverso la simulazione dell'immagine che, per paradosso, risulta credibile, ponendo loro, nella condizione di "voyeur" di situazioni disagevoli.

(Settembre 2020, a cura della Prof.ssa Livia Compagnoni)

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