Opere dall'impostazione rigorosa in cui l'evidente contorno rettilineo affida un ordine sempre coerente all'intera rappresentazione cedono il posto all'armonia curvilinea di nuovi dipinti. Una evidente inversione artistica che risente degli eventi contemporanei. Il vivere inquadrati in un rigore sistemico ha condizionato anche l'arte di Perin, il ritrovarsi chiuso in casa a lavorare, la difficoltà di programmazione e l'impossibilità attuale di concepire una vita priva di regole ha determinato un passaggio dall'ordine alla fluidità di una curvilinea forma che ha perso la geometria acquistando una speciale armonia estetica. L'unico elemento costante- mente grandioso delle opere di Perin è il colore che sa avvalersi di cromie sempre grandemente avvincenti senza mai essere invadenti. Una raffinatezza di impostazione, una serenità incredibile, una calma coinvolgente introducono l'osservatore tra spirali e spigoli. La soluzione finale resta sempre grandemente pulita, perfettamente delineata in cui tutto è al posto senza imperfezioni. È in questa dimensione intrisa di cromie, spigoli e vortici che emerge quanto le opere di Perin siano sostanzialmente frutto delle sue emozioni intime, di sensazioni, di un vissuto che trasferisce grandemente nella sua arte. 'Ci sono sensazioni che non posso essere spiegate' scriveva Emily Bronte, è esattamente questo che si pensa davanti all'arte di Juri Perin, in ogni piccolo tratto, nel gesto del più piccolo punto cromatico c'è tutta la grandezza del suo essere trasferito in arte.
Juri Perin è nato a Milano. Si è formato presso la scuola del Maestro Benito Trolese dove si è dedicato alla descrizione degli stati emotivi con il colore. Dopo una prima esperienza che tende a plasmare le emozioni della mente, approda ad una seconda fase definibile "cubettismo" in cui l'emozione è descritta da frammenti di immagini che ne colgono gli spigoli, come in un sogno. Juri ha partecipato a mostre nazionali ed internazionali e sarà inserito nei cataloghi d'arte De Ago- stini e Mondadori.
"Nel mio lavoro colgo la spontaneità delle idee che vengono dalla mente e che sono principale espressione del mio vissuto quotidiano.
A tale esperienza applico quindi il filtro della mia creatività che tende a scomporre le immagini che mi arrivano o in forme curve che si intrecciano una nell’altra, oppure in solidi spigolosi che si ammonticchiano.
Da qui è possibile intravvedere un flusso di immagini che si alternano tra il figurativo e l’astratto, tra curvilineo e “cubettismo”, come in un linguaggio onirico.
Le forme dialogano con il colore. Questo dialogo rappresenta il sentimento e le emozioni che devo descrivere in funzione della vita che mi circonda."
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